L’Iran è la Persia, il cuore di uno degli imperi più grandi mai esistiti al mondo.
Vicino a Shiraz si trovano i resti di Persepolis, una delle antiche capitali dell’impero, e poco distante, i resti di Pasagradae, con la tomba di Ciro il grande.
I siti sono suggestivi e molto ben tenuti, ne consiglierei la visita quando le temperature non siano molto elevate, considerando anche l’obbligo del velo io ho sofferto terribilmente il caldo.
A Persepolis nel 1971 lo scià organizzò una mega manifestazione in stile holliwoodiano per celebrare i 2500 anni dell’impero persiano. Non credo che tutti gli inìraniani abbiano apprezzato quello sfarzo.
Abyaneh è un piccolo villaggio di montagna con le case che sembrano fatte di fango.
Gli abitanti vivono di turismo (gli iraniani viggiano molto seppure all’interno dei confini nazionali): indossano abiti tradizionali e non disdegnano di farsi fotografie, anche con una mancia.
La gente sempre molto espansiva, come dovunque in Iran, mi ha avvicinato e chiesto foto e si è offeta di ospitarmi a casa loro, o almeno che prendessi il loro numero per ogni problema anche a Teheran. Questo tratto tipico degli iraniani non lo ho trovato in nessuna parte al mondo: in Iran non sei mai sola!
Eravamo in pieno Ramadan e quando ho visto le persone mangiare un gelato in pieno giorno non ho resistito: ho pensato che non avrebbero fatto una retata, e che gli iranian lo sanno, evidentemente si ispirano alla legge per cui se sei un viaggiatore puoi mangiare anche di giorno durante il ramadan. Il gelato non era buono ma per me aveva il gusto prezioso della libertà.
Il 2022 sta per finire e forse sui social dovremo modificare questo hastag.
Masha Amini è morta il 16 settembre, ormai conosciamo tutti la sua storia.
Da allora, le donne e gli uomini iraniani non smettono di protestare, e chiedono a noi di farci da portavoce nel mondo.
Mi sono unita in questa condivisione sin da subito, da quando la mia amica mi ha contattatto chiedendomi di farlo e così quasi quotidianamente sui miei profili social pubblico gli screenshot delle nostre conversazioni.
In tutto in mondo si è creata questa rete di condivisione e non so dove porterà.
Non sono un’esperta di geopolitica ma sento di dovermi schierare con queste persone perché non può esistere oggi un posto dove si viene ammazzati solo perché si protesta, perché la battaglia per i diritti umani cesserà di esistere quando questi saranno garantiti a tutti dovunque nel mondo.
Il 18 novembre sono stata invitata dalla Fidapa a Potenza per parlare di Iran, in quell’occasione ho chiesto alla mia amica scrivimi quello che vuoi che io dica. Lei lo ha fatto, io ho tradotto, spero bene, le sue parole e le ho lette. Ne ho quindi fatto un video che ho pubblicato sui miei canali social per dare alle sue parole ancora più forza.
La mia amica iraniana mi manda questa lettera che ho letto per lei ad un convegno ora la leggo qui per voi. Lei mi scrive da tre mesi chiedendo di essere la sua voce. #beourvoice#iranprotests2022#mashaamini#25novembre
Un blog è un diario anche giornaliero, quando si può scrivere.
Sono in Iran da 7 giorni, ho conosciuto gente straordinariamente ospitale, sto bene con loro.
Oggi tutto il mondo ha saputo degli attentati a Teheran.
Tanta gente mi ha chiamato dall’Italia preoccupata per me.
Uso questo mezzo per ringraziare chi mi ha pensata e per rassicurare tutti che sto bene, e che non sono a Teheran.
Prima di oggi l’Iran era il Paese più sicuro al mondo, anche se nel nostro immaginario non è così. Sono coraggiosa, non stupida: ho organizzato con cura le mie tappe, ascoltando i consigli delle fonti ufficiali, eliminando i posti non sicuri. Da domani non so cosa accadrà, ma non lo sa nessuno, in nessun luogo del mondo.
Come tutti sanno qui non c’è Facebook, quindi quando posso pubblico su instagram.