B come Bora Bora

Il 2012 è stato il mio annus horribilis.

In soli 12 mesi la sorte si è accanita in un modo a me prima sconosciuto.

Sono passati 5 anni ormai, ma quel dolore resta tatuato nella mia anima come un marchio di riconoscimento. Ed è anche vero che ciò che non ti distrugge ti fortifica perché ho imparato a convivere col dolore, dentro al dolore: superando il desiderio di chiudere qui la partita, ogni giorno diventa un giorno in più da vivere anche nella sofferenza.

Tra le altre cose mi ero presentata al concorso da dirigente scolastico, erano anni che ci lavoravo, spendendo soldi e tempo per una preparazione universitaria ad hoc. Ho incontrato colleghi sul mio percorso con cui ho condiviso lo studio e l’ansia per gli esami. Molti di loro sono spariti, per fortuna, persone insignificanti, con l’apertura mentale pari al buco della serratura, gratificate dalla boria di poter essere chiamati dirigenti; pochi sono rimasti, alcuni sono dirigenti altri no, ma certamente amici con cui posso parlare di cose ben più elevate di un concorso nella pubblica amministrazione italiana.

Ad ogni modo quando preparavo l’esame solitamente ripetevo ad Andrea, uno di questi amici, “tranquillo, vada come vada noi abbiamo il piano B”. B come Bora Bora. Era un gioco fino a quando, dopo aver superato tutte le fasi dell’esame, la commissione mi boccia all’orale, dopo un colloquio andato bene (in 50 anni ho sostenuto esami almeno ogni anno e so distinguere uno che va male da uno che va bene!).

Era il 2012.

Doveva essere così.

Ma si aggiunge dolore a dolore in un crescendo devastante e non riesci più a comprendere il perché delle cose. Ti chiedi se è il karma, se è il caso, se sei stata troppo cattiva in questa o nell’altra vita e Dio ti porta all’inferno quando sei ancora viva, fino a quando capisci che, qualunque sia la causa, peggio non può andare e se decidi di restare devi giocarti la partita.

Bora Bora inizia ad avere un senso. Non sapevo nemmeno cosa fosse prima, né dove fosse, era solo l’idea di un posto visto sulle riviste patinate.

Bora Bora esiste, è sull’atlante!

È il posto più lontano da Tricarico che mi riesce di trovare, se escludo Sant’Elena. È quello che voglio.

Decido di vivere nonostante le avversità e decido di cercare la gioia nella mia vita.

Voglio andare il più lontano possibile da un paese che vende la mia vita per 30 denari di curiosità, il più lontano possibile da un Paese che svende il mio talento per 30 denari di burocrazia. In un mondo che intende restare sempre uguale a sé stesso io non ci posso più stare, io cerco il cambiamento.

Oggi sono passati 5 anni e Bora Bora è davanti a me.

La Polinesia forse è il posto più caro della terra e Bora Bora è il posto più caro della Polinesia, non sapevo se mi sarebbero bastati i soldi per venirci in questo mio giro del mondo. Ida si è fermata a Tahiti e Moorea … decido, c’è un solo volo disponibile in questa settimana di Pasqua e lo compro, in fondo in questi 5 anni ho compreso benissimo il poco valore del denaro.

Ora Bora Bora è qui, davanti a me, già dall’aereo si vede la bellezza del suo mare e all’atterraggio devo trattenermi dal baciare la terra. Tra i turisti che si scattano selfie per dimostrare al popolo di facebook che sono in uno dei posti più esclusivi al mondo, io riesco solo a piangere, e solo io conosco il peso specifico di ciascuna di queste lacrime.

Bora Bora è carissima, ci posso restare solo 24 ore, ma voglio godermi ogni minuto e non importa se non posso permettermi una palafitta di un resort, a casa di Gerard ci sto benissimo chiacchierando e condividendo la cena, e non importa se devo andare in spiaggia con la bici,

mi serve per fare moto; l’essenziale è che Bora Bora è qui, che io sono su quest’isola, in questo mare.

Oggi per me si chiude un ciclo.

Mi sono guadagnata questa gioia

soldo su soldo, lacrima dopo lacrima, giorno dopo giorno, e niente e nessuno potrà portarmela via.

 

9 commenti su “B come Bora Bora”

  1. Ciao Lorendana, ho appena letto la tua storia, un “capitolo” vissuto della tua vita…SEI FANTASTICA, UNA GUERRIERA CHE LOTTA PER SE STESSA PER IL MEGLIO CHE PUOI FARE ORGOGLIOSAMENTE…TI AMMIRO, BRAVISSIMA. Ciao Alessandra

  2. Ciao Loredana, anch’io vittima di quel terribile concorso a dirigente. E’ vero che ogni giorno non passa senza il ricordo doloroso di quei momenti. Non ho trovato una ragione per tutto ciò che è accaduto…spero che qualcosa di nuovo, come la tua meravigliosa esperienza, sia il NUOVO.

    1. Ciao Gabriele, io da questa esperienza sto imparando a dare il giusto peso alle cose. Pensa che ho appena ricevuto un avviso dalla ragioneria dello stato che mi ha mandato lo stipendio per sbaglio e mi intima di restituire i soldi (aggiungendo le spese di bollo) pena la multa di equitalia. In un altro momento la cosa mi avrebbe dato rabbia e frustrazione. Ora semplicemente mi scivola addosso. Niente avrà più valore del mio sorriso d’ora in poi. In bocca al lupo per tutto, magari ci incontreremo in futuro!

  3. Goditi ogni attimo in quel paradiso terrestre! Io ci sono stata in viaggio di nozze, 6 anni fa, e quando ci penso mi viene una nostalgiaaaaa!

  4. Mi fa piacere che tutto proceda come desideri. Con il concorso si è chiusa una porta, ma si è aperto un PORTONE! Ti seguo.

  5. Forse il 2012 doveva essere così. ..per darti la spinta a cambiare la tua vita, a chiudere un ciclo e a riaprirne un altro. Se nulla accade per caso, il tuo anno horribilis e’ stato la deflagrazione di una vita che non era piu’ in sintonia con il tuo Io e che chiedeva a gran voce una rigenerazione totale. B come Bora Bora ma anche come la Bussola che deve guidarti nella tua nuova vita: la realizzazione piena dei sogni che vivevano imprigionati dentro di te.

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