Quam minimum credula postero

Rifare la maturità è uno dei sogni più frequenti nella popolazione adulta.

Perché siamo sempre sotto esame e quello è stato il primo veramente importante della nostra vita, così dicono.

Paradossalmente, la notte del solstizio, la più corta dell’anno, sarà la più lunga per più di 500.000 ragazzi italiani.

Questa è la notte prima degli esami per i maturandi 2022, il mio pensiero va a loro che affrontano questa prova dopo tre anni di pandemia in cui li abbiamo fatti vivere chiusi in casa col terrore del contagio, riducendo la scuola ad una videoconferenza.

E in questa situazione già così difficile per tutti, ci sono ragazzi per i quali non è questa la prima vera prova della vita, loro hanno affrontato prove dure e difficili in un’età in cui si dovrebbe solo pensare a sorridere e divertirsi.

Il mio pensiero va a loro, che hanno vissuto troppo presto dolori che si dovrebbero scoprire da grandi, che subito hanno capito che gli adulti non hanno le risposte alle loro domande, loro malgrado.

E, quando il dolore lacerante della perdita stava diventando non più una stilettata, ma quasi una compagnia silenziosa, perché non è vero che il tempo cancella, ma ti aiuta a convivere col dolore, ecco, quando questo passaggio piano piano si stava compiendo, la vita li ha assaliti nuovamente come una lupa famelica.

Se il senso di questo esame è testare la maturità degli studenti, questi ragazzi lo hanno già superato tutti con lode.

Carpe diem, quam minimum credula postero, lo avete capito per esperienza, immagino, non per studio.

Il mio augurio, però, è che possiate, al contrario, porre fiducia nel vostro domani e sognare in grande, perché se non si sogna a vent’anni, quando allora? Siano questi sogni a dare forza al vostro futuro, camminate per le strade del mondo, portando chiuso in uno scrigno nella vostra anima i ricordi più belli a farvi compagnia, e anche il dolore.

Il mio pensiero più dolce questa notte è per te Silvia, splendida creatura, piena di sogni e di speranze. Non ho mai scaricato le foto della gita, prima per pigrizia, poi perché mi mancava il coraggio.

L’ho trovato, ho messo il ricordo di te in uno scrigno insieme al dolore. Resterai viva in una immortalità evanescente e impalpabile, ma viva nel pensiero di tutti quelli che hanno avuto la gioia di averti accanto.

Prof mi fa una foto mentre reggo la torre?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *