Può una donna fare il giro del mondo da sola, a 50 anni?
Io ci proverò. Parto a marzo da Vienna per un viaggio che mi porterà a girare letteralmente il globo, sempre verso ovest. Rientrerò a casa entro agosto da Corfù.
L’idea mi è venuta quando per caso mi sono imbattuta nella storia di Ida Pfeiffer, una viennese straordinaria, che, quasi due secoli fa, all’età di 45 anni, separatasi dal marito e con due figli ormai grandi, ha deciso di dedicare la sua vita ai viaggi. Ho letto i suoi libri e sono rimasta affascinata da questa donna tenace, temeraria ed anticonvenzionale, che da bambina valutava di gran lunga superiori alle bambole i tamburi o i giochi con pistole e spade e che a 12 anni voltava le spalle al passaggio di Napoleone. Il mio progetto è di dimostrare come già nel 1800 esistevano donne con gli attributi, mentre oggi, in molti casi, il femminismo è degenerato in una effimera e dannosa lotta di genere, senza portare alcun risultato concreto. In Italia la parità consiste nel fatto che le donne lavorano fuori e dentro casa, mentre i mariti, nei migliori dei casi “le aiutano”; in Italia si insegue una inutile parità linguistica storpiando parole come sindaco che diventa sindaca, mentre una donna di 31 anni si suicida perché sono stati postati video hot di cui era protagonista e la gente per questo si sente in diritto di lanciarle accuse di morte, anche dopo il suo suicidio; in Italia le bambine spesso subiscono una infibulazione mentale operata da mani pulite e benevole, da cui non usciranno mai.
Ecco, Ida Pfeiffer e Tiziana Cantone hanno ispirato il mio progetto: una donna sola in giro per il mondo, per dimostrare che una donna può vivere sola, senza un uomo che la supporti e può vivere oltre i pregiudizi maschilisti e falsamente moralisti in cui le donne sono relegate, dalla società italiana particolarmente.
Ovviamente, al fondo del viaggio c’è molto di più: c’è la ricerca di me stessa, del mio personale progetto vita, che devo necessariamente compiere prima che sia troppo tardi, in un’età in cui probabilmente per la maggior parte delle persone è già veramente tardi. Ne sono consapevole, ma ho scoperto sulla mia pelle che prima o poi la vita ti chiede il conto e in un momento tutte le scelte fatte adeguandosi scientemente ad un sistema precostituito ti vomitano addosso la loro effimera pesantezza.
Ida che giocava con le pistole e sbeffeggiava Napoleone, percorrerò i 40mila km della circonferenza terrestre, pur di ritrovarla.
Complimenti!
Davvero molto interessante.
Chapeau.
grazie
Salve Loredana, mi sono imbattuta per caso nel suo blog e dopo averlo navigato per 10 minuti lei è diventata il mio mito! Anch’io viaggio da sola da qualche anno, e mancano appena 3 anni ai miei 50…e già avevo in mente qualcosa da realizzare, magari non proprio sola, mi piacerebbe in compagnia dei miei figli. Sono felice di averla scoperta ed aver trovato tanti spunti interessanti in questo meraviglioso e brillante blog
Grazie Luana per queste belle parole. Buon anno e buona vita!
in bocca al lupo Lory.
ti mando una poesia che come poche descrive il senso del viaggio di ognuno di noi, del mito di itaca e della nostra vita.
good luck Lory!!
yours
v.
ITACA di Costantino Kavafis
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
nè nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
Grazie Valentino,
possa questo viaggio portarmi alla scoperta della mia vera Itaca.
Io porgerò le orecchie, ascolterò le sirene, guarderò l’orizzonte e aprirò il mio cure.
Accetterò la mia Itaca, dopo averla trovata, per povera che sarà.