Etretat è un paesino in Normandia, famoso per le falesie immortalate da Monet.
Ed è incredibile che un luogo quasi magico sia stato scenario della seconda guerra mondiale. I reperti sono chiusi nelle falesie, si intrecciano ad esse quasi a nascondere l’orrore con la bellezza.
Una coppia di gabbiani difende il suo nido
Mi piace la solitudine e la cerco ovunque.
“Quel jour sommes-nous Nous sommes tous les jours Mon amie Nous sommes toute la vie Mon amour Nous nous aimons et nous vivons Nous vivons et nous nous aimons Et nous ne savons pas ce que c’est que la vie Et nous ne savons pas ce que c’est que le jour Et nous ne savons pas ce que c’est que l’amour.”(J. Prevert)
“Quello che deve succedere, succederà per tempo.”
Quando parti per un viaggio fotografico, ma non hai il cavalletto, allora usi i sassi per poggiare la macchina e tu ti stendi a terra sembrando morta, e i giapponesi ti immortalano, ma poi scappano temendo di essere stati invadenti. Se trovate quei giapponesi, fatevi avere la foto!
Le jardin d’Etretat
“To the real Jonathan Seagull who lives within us all”.
Chi vola alto è sempre solo
Il paesino all’alba
Il bambino più fotografato di Etretat…a sua insaputa
bunker nella falesia
Vista da un buco nello scoglio
Spiritualità, comunque la si intenda
In una sola foto l’arte, la morte, l’amore
Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale/siccome i ciottoli che tu volvi,/mangiati dalla salsedine;/scheggia fuori del tempo, testimone/di una volontà fredda che non passa./Altro fui: uomo intento che riguarda in sé, in altrui, il bollore/della vita fugace – uomo che tarda/all’atto, che nessuno, poi, distrugge./Volli cercare il male/che tarla il mondo, la piccola stortura/d’una leva che arresta/l’ordegno universale; e tutti vidi/gli eventi del minuto/come pronti a disgiungersi in un crollo./Seguìto il solco d’un sentiero m’ebbi/l’opposto in cuore, col suo invito; e forse/m’occorreva il coltello che recide,/la mente che decide e si determina./Altri libri occorrevano/a me, non la tua pagina rombante./Ma nulla so rimpiangere: tu sciogli ancora i groppi interni col tuo canto./Il tuo delirio sale agli astri ormai./ (Eugenio Montale)
Le falesie con l’arco naturale della Manneporte.
Il genio che scrive su un monumento storico e naturalistico lo trovi ovunque