Foto Istanbul

A cinque anni dal mio giro del mondo, riprendo il blog da dove lo avevo lasciato: dopo il ricovero non ho più sistemato le foto e non le ho pubblicate.

Una giovane collega mi chiede informazioni su Istanbul e io vado a cercare tutti i supporti dove avevo conservato le foto, così ne pubblico alcune, cercando di completare il blog.

Chiedo scusa perché sono state scattate quasi tutte con la piccola macchinetta che mi aveva regalato Antonio Brandi, quindi hanno una risoluzione bassissima e, soprattutto, dopo due corsi di fotografia, una reflex, una mirrorless e un iphone 13 mi rendo conto che scattavo davvero foto pessime, ma…basta il pensiero!

Intanto google foto mi ricorda che cinque anni fa, a quest’ora, ero lì!

Ho alloggiato a Sultanahmet, passeggiavo nei dintorni di giorno e di notte, mi spuntava sempre da qualche parte la moschea blu

Ho trovato un ristorantino, sì, turistico, era inevitabile in quel luogo, ma dove si mangiava bene, ho fatto amicizia col maitre tornandoci ogni giorno con un trattamento di favore. Per un paio di anni mi sono sentita via whatsap con loro poi, la vita…

Nella zona asiatica poi, su suggerimento di Denise la mia preziosa amica italo turca conosciuta in quei giorni (che mi ha anche aiutato cercare un laboratorio dove fare le analisi), ho mangiato le cozze fritte, non ho foto ma suggerisco vivamente di assaggiarle.

E non trascurate di assaggiare i dolcissimi dolci

La zona asiatica è molto viva e piena di giovani, mentre sultanhamet, come è inevitabile, è frequentata essenzialmente da turisti. Ho incontrato molte donne arabe, secondo i turchi con cui ho parlato è l’effetto Erdogan, unito alla paura che gli occidentali avevano degli attentati. Loro sono coperte come non ne ho vista nessuna in Iran, lì usano il chador, che pure non sopportavo, queste usano il niqab, sono irritata: non comprendo perché bisogna coprire ogni centimetro del proprio corpo con un caldo asfissiante e trovo poco igienico mangiare avendo un velo che ti copre la bocca, come ho visto fare al ristorante.

la risoluzione è minima, ma credo che la foto sia significativa

Ovviamente non si può tralasciare una visita al bazar

Una gita sul Bosforo mostra la bellezza della città da un’altra prospettiva

sul Bosforo si affacciava anche la discoteca Reina, luogo della strage di capodanno 2017, così si presentava ai nostri occhi dopo l’abbattimento

il Palazzo di Dolmabahçe è una meraviglia per gli occhi, all’interno e all’esterno

come pure il celeberrimo Topkapi

ovviamente, nel museo, ho cercato i reperti degli scavi di Troia, dopo una vita di studio e traduzioni

una cosa bellissima di Istanbul sono gli animali in giro che non chiamerei randagi perché sono accuditi da tutta la città, soprattutto i gatti che spuntano, sani e sazi, da ogni dove, anche dentro Hagia Sophia

la gatta di santa Sofia

Ma chi mi ha seguito nel viaggio o ha letto il libro sa che l’aspetto più importante per me è conoscere le persone

dalle mie chiacchierate con i turchi ho capito una cosa: Erdogan o si odia o si ama, non ho trovato alcuna via di mezzo.

Qui ero entrata per un gelato ma il ragazzo del bar mi ha fatto stare un paio d’ore a parlare di politica dall’impero romano in poi! Non parlo di politica estera, non ne so abbastanza, ed è già così difficile parlare di politica nazionale, ma vorrei tornare in un qualche luogo sconosciuto del mondo a parlare con gente incontrata per caso di qualunque cosa mi possa far tornare quel sorriso!

Istanbul prime impressioni

Arrivo a Istanbul e mi sento a casa. E non capisco perché, ma poi mi rendo conto che è la prima volta che da due mesi leggo indicazioni, pubblicità, numeri, scritti con i nostri caratteri alfabetici. Non ci fai più caso quando vedi scritte in hindi piuttosto che in armeno o in parsi, e quando poi leggi parole che comunque non comprendi, ma scritte in quei caratteri alfabetici così familiari per te, ti senti, come dire, rincuorata.

Sono qui essenzialmente per avvicinarmi all’Italia: dopo il mio ricovero ho rinunciato a visitare il resto della Turchia, scegliendo di non affaticarmi, e di stare solo in città grandi da visitare con calma, posti dove ci sia un aeroporto che mi possa portare a casa e un ospedale che mi possa soccorrere in caso di emergenza.

Ma che scelta azzeccata!

Istanbul è meravigliosa. Esattamente come raccontano tutti quelli che l’hanno visitata. Credo che sia la città più bella che abbia visto in questi 4 mesi. Il mio ostello ha la terrazza sul Bosforo e la vista è così bella che non mi va nemmeno di uscire, mangio qualcosa qui, chiacchiero col ragazzo del bar che ha 24 anni è curdo e mi racconta di quanto teme le trasformazioni evidenti nel suo Paese, di Erdogan, dei problemi dei Curdi e del pkk.

In questa terrazza, ascolto musica contemporanea, dopo tanto tempo, non più solo canzoni locali o al massimo musica  anni 70, qui sento quello che passa la radio a casa, e, ok, forse sono pro-global, ma dopo due mesi in cui tutto era lontano rispetto ai parametri in cui normalmente vivi, trovarsi in una città sospesa tra due continenti, dove la preghiera del muezzin è intercalata dalla splendida voce di Amy Winehouse, è una piacevole sorpresa.

E’ vero, confermo che probabilmente il viaggio del cuore, il viaggio tra la gente è finito in India, ma che bella scoperta Istanbul!