Singapore nel cuore

Se vuoi fare il giro del mondo in 5 mesi, devi necessariamente ridurre i tempi di permanenza e così capita spesso che in una settimana ti trovi a visitare due nazioni. Questo comporta un confronto immediato, ed è inevitabile che il giudizio sullo Stato successivo sia influenzato da quanto sia piaciuto/dispiaciuto quello precedente.

E’ quello che è accaduto passando da Hong Kong a Singapore.

Avevo programmato soli 5 giorni in ciascuno dei due Paesi, perché, si sa, sono luoghi dove il costo della vita è molto alto, ed io non posso permettermi di spendere troppo. Inoltre tutti mi dicevano che sarebbero bastati 3 giorni per ciascuno, visto che “non c’è niente di interessante da vedere”. E lì capisci che i consigli, virtuali e reali, servono abbastanza in fase organizzativa, ma che allo stesso tempo vanno presi con le pinze, perché un viaggio, soprattutto un giro del mondo in  solitaria come il mio, deve rispondere solo a sé stessi, alle proprie inclinazioni e desideri.

Singapore mi accoglie già in aereo con hostess e stuart giovanissimi e allegri, un respiro di sollievo! In aeroporto di notte trovo una musica dolce e addetti sorridenti, e, dove si è visto mai che l’equipaggio dell’aereo ti rincorre alla dogana per farti un regalo per il tuo imminente compleanno?

Sì, Singapore sarà bellissimo!

Quando stavo organizzando il viaggio mi sono imbattuta nelle sue leggi assurde (vietata la gomma da masticare, pena di morte per piccole quantità di cannabis) stavo decidendo di eliminarlo dal mio viaggio.

Invece ci sono venuta e ho capito che, se rispetti le regole, la vita è semplice: la città è organizzatissima, pulita e accogliente, gli abitanti gentili, e sembrano felici. Probabilmente lo sono, perché sono ricchi. Singapore è tra i Paesi con il reddito pro capite più alti al mondo. Per una volta voglio credere che i soldi facciano la felicità, perché sarà pure vero che non sono l’essenziale, ma quanto semplificano la vita!

Singapore mi piace perché è multiculturale, e con un paio di fermate della metro passi da China town

 

al quartiere arabo,

a little India,

cambiano i colori e i profumi, e hai l’impressione che tutte queste persone convivano pacificamente, pur restando fiere della loro diversità, già ben visibile dagli abiti che indossano.

Ho conosciuto Omar, il presidente dell’Italian Association of Singapore che ha voluto contribuire al mio viaggio, perché a lui piace solo la gente fuori di testa, come me, lasciando agli altri le persone normali!

https://www.facebook.com/italianassociationsingapore/videos/1873335422922686/

 

Con Cecilia, Gloria e le altre le donne dell’ Italian Women’s Group, ho visitato una bellissima casa  antica, oggi abitata da una famiglia italiana, sopravvissuta alla devastazione che porta i singaporiani a distruggere tutto il vecchio per costruire nuovi grattacieli.

 

A Singapore ho festeggiato il mio compleanno, 50 anni. Non avrei potuto desiderare di più: festeggiare il compleanno in viaggio, in un posto sconosciuto, ma accolta come a casa. Non finirò mai di ringraziare Patrizia che mi ha organizzato il compleanno con un barbecue nella piscina del grattacielo dove vive con vista sul marina bay sand, accolta come tra vecchi amici che si conoscono da sempre.

 

e poi c’è Alma.

E come si fa a non amare questa donna che a 57 anni, con la quinta elementare e senza conoscere una parla di inglese, parte dalla Brianza per aiutare il figlio chef che vuole aprire un ristorante qui. E ci riescono, il suo ristorante è tra i migliori a Singapore (ah finalmente un piatto di pasta con i fiocchi!)

Alma oggi ha 69 anni, non le interessa la pensione, pensa al suo futuro e lo immagina sempre al lavoro in cucina, perché questo le dà gioia.

 

 

2 commenti su “Singapore nel cuore”

Rispondi a Antonio Chessa Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *